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Quando la bambina iperattiva seduta al banco dei “cattivi” diventa grande

Parlo da ex bambina iperattiva. Sì dico ex perché fortunatamente spesso con il passare degli anni tutto passa. Ero una bambina vivacissima sempre a correre di qua e di là, stare ferma non mi riusciva affatto.

Ho frequentato la scuola dell’infanzia delle suore ed ho passato gran parte del mio tempo in punizione perché il più delle volte fuggivo dalla classe nel pieno della lezione per correre alle giostrine. Mi mettevano al centro della classe sulla sedia dei “cattivi” con le mani dietro allo schienale in attesa che capissi i miei errori.

Lì seduta con intorno tutti i miei compagni che mi guardavano provavo tanta vergogna, mi sentivo sbagliata ma non riuscivo comunque a stare ferma. Giocherellavo con le gambe, le accavallavo poi cambiavo posizione poi mi muovevo ancora.

sedia vergogna bambina iperattiva

I miei errori li capivo ma avevo quella irrefrenabile voglia di muovermi.
Quando tornavo a casa mia madre non mi puniva ma anzi ha sempre cercato il dialogo con me, spiegandomi che non sempre i miei atteggiamenti erano giusti e che avrei dovuto cercare di migliorarmi.

Alle elementari passavo gran parte delle ore scolastiche a temperare la matita vicino al cestino (cosa che mi permetteva di alzarmi), le insegnanti lo sapevano perché mia madre le aveva chiesto di essere clementi. Mi distraevo spesso ma le maestre erano brave a capire quando e facevano delle domande a trabocchetto o mi invitavano a leggere qualcosa per farmi tornare in qualche modo alla realtà.

Alla secondaria di primo grado la mia attenzione non era il massimo, spesso dovevo assentarmi per andare in bagno oppure riuscivo a seguire la lezione per la prima mezz’ora, poi mi distraevo a giocare con il compasso o con qualsiasi cosa avevo tra le mani.

Alle medie ho conosciuto la danza. Sentivo la necessità di dover scaricare la mia energia.

Alle superiori avevo sviluppato un metodo di studi tutto mio: nella prima mezz’ora del pomeriggio studiavo dopo di che accendevo lo stereo e ballavo per circa un’ora e poi riprendevo lo studio. Molti non capivano il mio metodo, neanche mia madre, perché per studiare poche pagine impiegavo veramente tanto tempo ma non mi ha mai rimproverato, ha sempre permesso che facessi a modo mio.

ballare studiando

E la cosa formidabile è che sono sempre riuscita in tutto. Ad avere buoni voti, ad essere una tra le prime in classe … sempre e solo a modo mio.

Non sempre ciò che noi pensiamo sia la normalità è il modo giusto di fare le cose. Ho sempre avuto da parte dei miei genitori tanto e tanto dialogo, hanno sempre preferito le parole alle punizioni e gliene sarò sempre grata.

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